L’ultima segnalazione di Vizzolibri del 2020 è di Enrico Gatti, consigliere comunale, che consiglia “Come pensano le istituzioni” di Mary Douglas (il Mulino) perché colpito da una frase dell’introduzione all’edizione italiana, quando Pier Paolo Giglioli scrive che “soddisfare un interesse comune significa produrre un bene pubblico, cioè un bene il cui godimento, per la sua stessa natura, è indivisibile e a disposizione di tutti”. C’è tutto il senso del mettersi a disposizione per la comunità. Buon anno e arrivederci nel 2021.
martedì 29 dicembre 2020
domenica 27 dicembre 2020
Vizzolibri: Anna Rizzo
La scelta di Anna Rizzo, una mamma, è per “Il dolore perfetto” di Ugo Ricciardelli (Mondadori) “un romanzo che ripercorre la storia d'Italia, dalla fine dell’Ottocento fino alla seconda guerra mondiale, raccontata attraverso le vicende parallele di due famiglie le cui vite s’incroceranno in un turbine di ideali, utopie e speranze. Mi ha colpito il ruolo delle donne: tutte divengono madri di gemelli e affrontano ogni accadimento di vita o di morte nell’intenso cerchio di un dolore... Un dolore perfetto”.
mercoledì 23 dicembre 2020
Vizzolibri: Daniele Denti
Nella nuova puntata di Vizzolibri, Daniele Denti, imprenditore e produttore discografico, propone Chi troppo chi niente di Emanuele Ferragina (BUR Edizioni) perché, come scrive l’autore, “proporre di ridurre la diseguaglianza significa, in ultima analisi, portare alla ribalta un’agenda ormai ignorata da tutti i partiti politici, anche quelli che ne avevano fatto una bandiera. Invocare, finalmente, la ridistribuzione non per scelta ideologica, ma per far funzionare meglio il nostro Paese”.
lunedì 21 dicembre 2020
Vizzolibri: Vincenzo Guzzaloni
Oggi la scelta per Vizzolibri di Vincenzo Guzzaloni, pensionato, è dedicata a Enrico Berlinguer, Casa per casa, strada per strada (a cura di Pierpaolo Farina, Zolfo editore) perché “qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona. Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri”. O, per dirla con le parole dello stesso Enrico Berlinguer: “Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi, può essere conosciuto, interpretato, trasformato e messo al servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita”.
domenica 20 dicembre 2020
Canto di Natale...
venerdì 18 dicembre 2020
Il tramonto d'inverno
Toc-toc, c’è qualcuno nel palazzo? Siamo sicuri che è tutto a posto? O c’è qualcosa che non va? No, perché stanno scappando tutti.
giovedì 17 dicembre 2020
Vizzolibri: Iliza Ugliano
Per la seconda puntata di Vizzolibri, Iliza Ugliano, avvocato, consiglia Il mio nome è Asher Lev di Chaim Potok (Garzanti) commentandolo così: “Ho amato lo stile della descrizione delle ambientazioni che girano intorno ai personaggi, e la delicatezza dirompente con cui Potok riesce a catapultarti in un mondo diverso dal nostro. Sono rimasta affascinata dai dialoghi dei personaggi che esplorano mondi e sensazioni interiori e difficili da far comprendere: insomma, questo libro l’ho amato dalla prima fino all’ultima pagina (e pensare che l’ho preso per caso perché non sapevo cosa prendere in libreria ma volevo assolutamente comprare un libro!)”.
martedì 15 dicembre 2020
Vizzolibri: Rosalba Busso
Vizzolibri è la rubrica di segnalazioni letterarie disponibile sui canali di Vizzolo al futuro. La prima segnalazione è di Rosalba Busso, consulente d’impresa, che consiglia Vita effervescente di Madame Clicquot di Fabienne Moreau (Skira): “È un caso davvero unico di marketing storico dell’Ottocento ed è la storia della giovane vedova, madame Clicquot, che con la sua tenacia e perseveranza costruisce la reputazione dei suoi vini facendola diventare poi la prestigiosa maison Veuve Clicquot Ponsardin”. Fabienne Moreau, storica e archivista, racconta come se fosse un romanzo l’intraprendenza di Barbe Clicquot, una delle prime donne imprenditrici dei tempi moderni, il cui cognome sarebbe diventato un simbolo dell’eccellenza nell’enogastronomia e uno degli champagne più conosciuti al mondo.
venerdì 11 dicembre 2020
martedì 8 dicembre 2020
4.572 volte (+1): grazie!
Siamo molto felici di poter esprimere la nostra gratitudine a tutte le persone che hanno visitato 4.572 volte la bellissima mostra di Matilde Cremonesi e a una in particolare, la consigliera Oca, che ha speso per noi queste generose parole: “Oggi mi sento di ringraziare il gruppo Vizzolo al Futuro, perché nonostante non si possano fare eventi culturali, con le loro mostre fotografiche e disegni artistici e tanti altri eventi virtuali, ci fanno viaggiare con la mente e con il cuore. Sono convinta che in periodo di normalità, senza le restrizioni dovute al Covid, tutte queste iniziative le avrebbero svolte sul nostro territorio. Che dire ragazzi grazie, grazie e mille volte grazie, la cultura non conosce colori politici ma solo arricchimento dell’anima e della mente e ancora complimenti a tutti gli artisti”. Le condividiamo con un pochino di orgoglio, ma anche prendendole come un stimolo per il futuro prossimo venturo, che stiamo già preparando, prossimamente su questi schermi.
lunedì 30 novembre 2020
Matilde Cremonesi: La danza delle immagini
Giovanissima artista e designer, Matilde Cremonesi, conosciuta su instagram @matiartlde, disegna dall’età di otto anni e oggi ne ha quindici. Pur frequentando la terza liceo linguistico a Lodi, il disegno è la sua vera passione. Autodidatta, in qualsiasi luogo si trovi, riproduce tutto ciò che le suscita forti emozioni. Precisa e attenta nel tratto, rappresenta minuziosamente i suoi soggetti come fossero fotografie e le sue maggiori ispirazioni nascono durante i suoi viaggi. Dal suo punto di vista, non c’è differenza tra mare e montagna, collina o lago l’importante è una matita, un foglio bianco e come d’incanto l’immagine si concretizza. Sportiva, ecologista, ama le sfide, le piace partecipare e sogna di diventare una famosa artista. La danza delle immagini è una selezione di disegni che spaziano dai ritratti ai modelli, dai paesaggi ai fumetti che rivelano una spiccata sensibilità per ogni singolo soggetto e un approccio che è insieme istintivo e molto misurato nel rappresentare le sue visioni. La danza delle immagini di Matilde Cremonesi sarà disponibile a partire da venerdì 4 dicembre sui consueti canali di Vizzolo al futuro (blogger, facebook, instagram), dove si possono sempre visitare anche Aotearoa (New Zealand) di Giuliana Concas sarà disponibile, dove inoltre sono sempre visitabili le mostre dei fotografi Lorenzo Sirtoli (Uno sguardo sul mondo) e Roberto Ghizzoni (La partecipazione della luce) e Teoman Ergun (Colori che viaggiano). Tutte le mostre sono iniziative divulgative e culturali senza scopo di lucro, l’accesso è libero e gratuito.
sabato 28 novembre 2020
giovedì 19 novembre 2020
Il vizzolese
Nella seconda metà degli anni ottanta Vizzolo cresceva. E crescevamo anche noi. Eravamo ancora adolescenti: quella che adesso viene definita un’età difficile. Ma noi non lo sapevamo di essere in una età difficile e, pensavamo solo a vivere: i numerosi cantieri vizzolesi li visitammo tutti, abbiamo costruito e demolito go-kart, inseguiti dal vigile Agostino, che non ci ha mai dato una multa. Poi, ripercorrendo le orme di fratelli e amici più grandi, la passione per la musica. Prima nelle cantine dei nostri genitori, poi sull’immancabile palco del teatro della parrocchia (c’era un teatro a Vizzolo!). Quando venne il momento di trovare un posto giusto per la sala prove trovammo, con l’aiuto di Gabriella Berlinzani, la preside, e in comune di Faustino Domi, una stanza sotto le scuole. Ribattezzamo quel posto Virus, in omaggio al centro sociale milanese. Per primi si trasferirono i Train And Plane, seguiti dai Settore Out e poi da tanti altri musicisti vizzolesi utilizzarono una delle primissime sale prove pubbliche dell’hinterland milanese. C’è stato un tempo a Vizzolo in cui ci si parlava e si potevano fare delle cose.
venerdì 13 novembre 2020
venerdì 6 novembre 2020
venerdì 30 ottobre 2020
Il suono del silenzio
A Vizzolo c’è qualcosa che non va. Qualcosa di grave. Ne siamo certi. Sono due mesi che chiediamo chiarezza sulle dimissioni "richieste" a Ceriani. Nessuno parla, nessuno sente, nessuno risponde. Sanno solo loro quello che nascondono. È un anno che diciamo che la liquidazione dell’Unione è un disastro e dopo aver sprecato un milione di euro non sappiamo neanche a cosa sono serviti e quando (e se) finirà. Nessuno ne parla, nessuno sa come sono messi i conti. Ma siamo sicuri di due cose. Uno: quello che abbiamo comunicato era ed è sempre corretto perché diversamente, avessimo sbagliato una sola parola, avremmo ricevuto una diffida legale, come minimo. Due: c’è un vuoto politico dietro questa maldestra rappresentanza delle istituzioni, un vuoto che si trascina da tempo, e che il silenzio non può riempire. Non più.
venerdì 23 ottobre 2020
La storia infinita
Eh, sì, anche nell’ultimo trimestre l’amministrazione ha trasferito 110.682,19 euro all’Unione in liquidazione (e chiusa dal 31 dicembre 2019). Per giunta, i geniali promotori di questa catastrofe di ingegneria sociale non sono stati nemmeno capaci di farsi rimborsare le spese del referendum sulla fusione (altri 15.286,54 evaporati). Ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate, se non fosse che si tratta di soldi pubblici, che il totale versato nel 2020 ormai si avvicina al milione di euro, e che non si vede la fine, perché non c’è. E aspettiamo sempre la verità sulle dimissioni di Ceriani, o avete intenzione di nascondervi ancora per molto?
venerdì 16 ottobre 2020
La fine degli alibi
Alla nostra richiesta degli atti sulle dimissioni del vicesindaco Enrico Ceriani, l’amministrazione ci ha fatto rispondere dalla segretaria comunale che, a rigor di legge, non ci ha trasmesso un bel niente. Ma nella sua dettagliatissima lettera, la segretaria ripete per ben tre volte (3 volte) che la pubblicazione di quegli atti è a discrezione e volontà degli interessati. Punto. Fine degli alibi. La scelta è solo vostra, sindaca Luisa Salvatori, assessore Guerrini, vicesindaca Scaturro, consigliere Zerbini ed Enrico Ceriani. Volete dire la verità ai cittadini? SI o NO?
giovedì 15 ottobre 2020
Il vizzolese
Sono uno di Vizzolo Predabissi. Un vizzolese. Sono nato e cresciuto in questo paese quando ignoravamo, tutti, di possedere un sito cluniacense e quando, se svoltavi a destra da via Garibaldi in via Verdi, le scuole medie erano in costruzione e dopo alcuni metri i campi si spingevano fino alla Pandina. Ci conoscevamo tutti. Erano i tempi in cui mettevamo le cartoline, con la molletta dei panni, nei raggi della bicicletta da cross così che potesse assomigliare al motorino che non potevamo permetterci. Ho frequentato gli scout di don Carlo Grammatica, e non è che tutti gli scout da adulti diventano come Matteo Renzi. Mi sono divertito, ci siamo divertiti, a rincorrere le rane e i rettili nei campi, a fare il bagno nei fossi, a giocare a nascondino e a calcio, per ore, nelle strade del paese. Come tanti altri coetanei, quelli della mia generazione, mi stupivo al passare del nuovo trattore rosso fiammante. Eravamo curiosi. Era un’altra Vizzolo, ma ha ancora molto da raccontarci. C’era un cuore.
domenica 11 ottobre 2020
giovedì 8 ottobre 2020
Giuliana Concas: Aotearoa (New Zealand)
mercoledì 7 ottobre 2020
Leggende metropolitane.
E così questa primavera la sindaca raccontava in pubblico le dimissioni del vicesindaco Enrico Ceriani. Invece, qualche giorno prima le aveva richieste lei stessa con un messaggio istituzionale, “non sussistendo più la fiducia reciproca”. Succedeva tra l’11 marzo e il 6 aprile scorso. Poi in consiglio comunale, il silenzio (zitti anche gli assessori Guerrini, Scaturro e Zerbini che conoscevano le vere motivazioni delle dimissioni), nessuna risposta ai consiglieri Finotti e Galmozzi. Lo scontro politico è stato prima omesso e poi occultato per sei mesi, ma la recente resa dei conti sui social l’ha riportato a galla. La sindaca ha detto, a più riprese: “convocherò la capigruppo” (non pervenuta) e “non ho nulla da nascondere” (però continua a nasconderlo). Ai consiglieri Oca e Gatti ha dichiarato “la verità vi verrà dettagliatamente spiegata” ma non è mai successo perché ormai è difficile parlare di verità, e siamo al punto che persino i veri motivi delle dimissioni del vicesindaco Enrico Ceriani sono diventati relativi. Qui c’è una grave mancanza di rispetto verso il consiglio comunale e verso tutta la cittadinanza, e un vistoso problema di credibilità delle istituzioni. È ora di prenderne atto, e di farsene una ragione.
venerdì 2 ottobre 2020
Prossimamente...
...e ricordiamo Aotearoa (New Zealand) la mostra fotografica di Giuliana Concas, su questi schermi da venerdi 9 ottobre. Buon week-end a tutti e arrivederci alla prossima settimana...
Per non dimenticare (seconda parte)
...ricordiamo che era già diventato evidente nel consiglio comunale del 24 aprile 2020 che la limitatissima versione ufficiale delle dimissioni del vicesindaco Enrico Ceriani cominciava a traballare. A legittima domanda, allora come oggi: nessuna risposta, e grazie. Ma, attenzione, la storia non finisce qui: la prossima settimana è in arrivo una sorpresa. Ci vuole pazienza, ma la verità non si può nascondere all’infinito.
giovedì 1 ottobre 2020
Per non dimenticare (prima parte)...
...visto che non abbiamo ancora avuto alcuna risposta alla nostra interrogazione e alla nostra richiesta di atti, cominciamo a riportare come sono state presentate le dimissioni del vicesindaco Enrico Ceriani nel consiglio comunale del 6 aprile 2020. Domani pubblicheremo anche la richiesta di chiarimenti (inevasa) del consiglio comunale successivo del 24 aprile 2020. Sarà anche vero che non hanno nulla da nascondere, però lo nascondono bene.
mercoledì 23 settembre 2020
Giuliana Concas: Aotearoa (New Zealand)
La quarta mostra fotografica digitale proposta da Vizzolo al futuro ci trasporta esattamente agli antipodi dell’Italia, nella remota e splendida geografia della Nuova Zelanda. Aotearoa è, infatti, il nome māori dell’arcipelago nell’emisfero australe, e proprio in un canto aborigeno c’è tutto il senso della partenza verso un mondo diverso: “L’uomo parte pensando alla casa, l’uomo parte pensando alla casa, l’uomo parte diretto in un altro luogo”. La selezione di scatti di Giuliana Concas è la testimonianza di un viaggio impegnativo (ci vogliono ventiquattr’ore di volo solo per arrivarci) che si può affrontare soltanto con uno spirito nomade e curioso perché come scriveva Bruce Chatwin in La via dei canti “travel (viaggio) deriva da travail: lavoro fisico o mentale, fatica, soprattutto carattere doloroso od opprimente, sforzo, pena, travaglio. Un cammino”. Con la stessa attitudine, Giuliana Concas in Aotearoa (New Zealand) è andata alla scoperta di una terra straordinaria, che ha riportato nelle sue immagini fotografiche in tutti i suoi sorprendenti estremi, dall’incantevole bellezza della flora, della fauna e dell’ambiente naturale, a partire dall’oceano, fino alla maestosità delle costruzioni urbane di Auckland. Una panoramica che rispecchia la varietà di sfumature delle isole polinesiane, riprese attraverso una variopinta ricchezza di prospettive e di suggestioni cromatiche. Aotearoa (New Zealand) di Giuliana Concas sarà disponibile, a partire dal 9 ottobre, sui consueti canali di Vizzolo al futuro (blogger, facebook, instagram), dove inoltre sono sempre visitabili le mostre dei fotografi Lorenzo Sirtoli (Uno sguardo sul mondo) e Roberto Ghizzoni (La partecipazione della luce) e Teoman Ergun (Colori che viaggiano). Tutte le mostre sono iniziative divulgative e culturali senza scopo di lucro, l’accesso è libero e gratuito.
martedì 22 settembre 2020
Interrogazione e richiesta atti
Per far chiarezza sullo scontro politico che sei mesi fa ha portato alle dimissioni del vicesindaco, e che è stato riproposto sui social nei giorni scorsi, abbiamo inoltrato un’interrogazione ai diretti interessati, a tutti i consiglieri e alla segreteria comunale. Nessuno può esimersi dal confronto, perché riteniamo un nostro diritto, ma anche un nostro dovere, insistere in tutte le sedi affinché il consiglio comunale e tutti i cittadini abbiano una prova concreta della trasparenza dell’amministrazione. Di seguito, il testo dell’interrogazione.
Tenendo conto che abbiamo assistito alla discussione sui sociali tra l’ex vicesindaco e la sindaca che verteva sulle dimissioni rassegnate dal vicesindaco (come da protocollo n° 2034 del 18 marzo 2020) e così come presentate nel consiglio comunale del 18 marzo 2020, poi rinviato al 6 aprile 2020, e avendo notato una notevole discrasia tra le motivazioni addotte nello stesso consiglio comunale e quelle rese pubbliche sui social nella discussione già citata in narrativa, siamo a chiedere di chiarire nella sede più opportuna del prossimo consiglio comunale, di approfondire le motivazioni che hanno portato a una tale difformità nelle comunicazioni ai consiglieri.
Tenendo conto della necessità inderogabile di appurare la veridicità delle dichiarazioni rese al consiglio comunale con quanto esposto in pubblico sulle pagine social siamo inoltre a chiedere che: A) venga reso noto ai consiglieri, e messo agli atti del consiglio, quello che lo stesso ex vicesindaco ha comunicato alla giunta (allora comprensiva dei consiglieri Guerrini, Scaturro, Zerbini) che, stando alla mail intercorsa tra la sindaca e il vicesindaco il 17 marzo 2020 sarebbe una motivazione alla fonte delle dimissioni dello stesso vicesindaco; B) di convocare il dottor Enrico Ceriani a rendere il suo contributo nel chiarire le motivazioni delle sue dimissioni, soprattutto alla luce di quanto emerso nella discussione sui social con la sindaca.Crediamo non debba sfuggire ai consiglieri, che leggeranno in copia, l’urgenza di fare chiarezza non soltanto sulle dimissioni del dottor Enrico Ceriani, ma anche sulle modalità con cui sono state comunicate in prima istanza sei mesi fa in consiglio comunale e poi oggi, al pubblico, attraverso i social.
Certi che la sindaca in primis si adopererà in questo senso (come già dichiarato sui social: “Non ho nulla da nascondere”) per garantire la trasparenza dell’amministrazione e un ampio e definitivo approfondimento in consiglio comunale, restiamo in attesa di una sollecita risposta e di ogni contributo utile i consiglieri vogliano fornirci.
domenica 20 settembre 2020
venerdì 18 settembre 2020
C'è posta per te
Pochi giorni fa, a seguito della segnalazione di un cittadino riguardo un disguido tecnico, all’improvviso sui social scoppia un battibecco tra l’ex vicesindaco, Enrico Ceriani, e la sindaca. Nel corso della breve discussione, Ceriani ha reso nota la mail istituzionale con cui la sindaca chiedeva le sue dimissioni. Il fatto in sé smentisce già la versione ufficiale dell’epoca (in consiglio comunale era stato annunciato che tornava a fare il medico) ed è la testimonianza di un vero e proprio scontro politico. Ma nella mail della sindaca si cita un messaggio che Ceriani ha mandato alla giunta come fonte primaria della querelle. I numerosi cittadini che hanno assistito alla diatriba in pubblico, compresi due consiglieri comunali, hanno chiesto ripetutamente ai diretti interessati a conoscenza del contenuto di quel messaggio (la sindaca, l’ex vicesindaco, gli allora assessori Guerrini, Scaturro, Zerbini) di pubblicarne il contenuto. Risultato? Niente. Nessuna risposta. Trasparenza: zero. Credibilità: anche meno. Ma non siamo sorpresi: ora, tutto quello che sappiamo, grazie all’improvvida rissa sui social, è che nelle prime settimane di marzo maturava all’interno della giunta uno scontro politico che ha portato alle dimissioni del vicesindaco, un medico e una risorsa importante, in quei terribili giorni dell’emergenza COVID. Basta così. Giù il sipario. Silenzio.
sabato 29 agosto 2020
Teoman Ergun: Colori che viaggiano
venerdì 7 agosto 2020
Vizzolo, oggi.
venerdì 31 luglio 2020
L'Unione non fa la forza
giovedì 30 luglio 2020
Ex cava di prestito: il comunicato delle opposizioni
Una cambiale in bianco
lunedì 20 luglio 2020
Intervista a Roberto Ghizzoni
Io mi considero un hobbysta. Pratico alcuni hobby tra i quali la pesca sportiva in corrente, il trekking, le escursioni in bicicletta, tanto per rimanere attivo, per cui mi ritaglio dello spazio-tempo anche per effettuare qualche scatto fotografico che mi permette di rimanere in contatto con la natura e tutto quello che mi circonda.
Certe volte va a fortuna, altre mi apposto per cercare di immortalare al meglio il soggetto, in questo caso ho l’ausilio del cavalletto e la scelta dell’obbiettivo da installare sul corpo macchina, non disdegno l’uso di qualche filtro da installare all’obbiettivo. Voglio precisare che non effettuo, come si dice in gergo, la “post produzione” ovvero non effettuo alcuna correzione agli scatti effettuati, non ho neanche un programma ad hoc.
Alcune immagini, la chiesa, la cascina e il lavatoio a Vizzolo o il ponte sulla Muzza sono deformate, ma in un certo senso riescono a dare un’idea ancora più affascinante dello spazio e delle forme. Da cosa deriva quest’idea?
Vizzolo sembra essere un soggetto molto interessante per i fotografi, ma solitamente per chi abita in un luogo è difficile trovare qualcosa di straordinario. Tu invece sei riuscito a fermare dei dettagli molto singolari. Cosa ci trovi di particolare in Vizzolo?
Come mi sono già espresso, presentando i miei scatti, non è il luogo dove ti trovi ma accorgersi di quello che ti circonda, bisogna essere curiosi. Oggi si vive una realtà apatica e fatta di indifferenza e ciò condiziona il nostro modo di vedere e confrontarsi con gli altri, a me la fotografia fa scoprire realtà che magari in altro modo non noterei. Vizzolo ha degli scorci stupendi, occorre notarli e poi memorizzarli.
Ci sono anche alcuni ritratti, che rivelano un tocco particolare anche nel trovare la luce sui volti. A chi ti ispiri?
Giocare con il chiaro e lo scuro è un qualcosa che devi provare perché è molto soggettivo. Io ho un concetto della fotografia che cerco di spiegare: quando inquadro un soggetto penso a tre parametri: la luce che in soggetto assorbe; la luce che il soggetto riflette, la luce che viene rifratta cioè quella luce che circonda il soggetto con questi tre parametri cerco di “giocare”. Non mi ispiro a qualcuno in particolare però mi piacciono i dipinti di Caravaggio e Tintoretto dove l’esplosione della luce appare ancora più evidente dal nero che circonda il soggetto, certamente non mi voglio paragonare a loro, non oserei mai.
Come fotografo, né dilettante, né professionista, c’è un sogno che vorresti realizzare?
venerdì 17 luglio 2020
Lo stato dell'unione
martedì 14 luglio 2020
Il ritorno dei Settore Out
martedì 7 luglio 2020
Roberto Ghizzoni: La partecipazione della luce
domenica 28 giugno 2020
Intervista a Marco Sassi
Partiamo da questa emergenza, che è stata gestita in un modo molto sobrio, che ci ha colpito. Come hai fatto?
Non ero preparato, e non ho fatto corsi di apprendimento per comunicare in fase di pandemia. L’ho fatto in maniera molto naturale pensando che, se fossi stato dall’altra parte, avrei voluto capire cosa stava succedendo, senza stare lì a fare tante valutazioni sulla forma. Quello che interessava nella fase più critica era capire come stesse andando la situazione sanitaria a livello locale, perché la mancanza di informazioni ufficiali lasciava spazio al dubbio che si volesse nascondere una situazione che poteva essere più grave. Ho provato a spiegare che ero autorizzato a comunicare solo i dati che mi pervenivano in via ufficiale, prima dalla Prefettura e poi da Ats. Ho deciso di comunicare quotidianamente i dati pervenuti utilizzando la pagina Facebook del Comune, sempre con la mia firma, in modo che fosse chiaro chi stava guidando la nave, cosa provava e le difficoltà che si incontravano. Tutto ciò in maniera direi molto tranquilla, senza enfatizzare quello che si stava facendo, in una sorta di diario che faceva giorno per giorno il punto della situazione. Ho anche voluto sottolineare che non sempre eravamo attrezzati per prendere provvedimenti per intervenire in maniera tempestiva. Non ho un responsabile della comunicazione, e ho quindi deciso di avviare io stesso da subito le comunicazioni quotidiane perché ritenevo fosse necessario inviare una sorta di bollettino che fosse puntuale, che potesse far capire che qualcuno stava seguendo la situazione e ci stava mettendo tutto l’impegno necessario. Penso di poter dire che ogni sera la gente si aspettava la pubblicazione di questo bollettino, apprezzandone lo stile. Non c’è stato niente di costruito, mi è sempre venuto spontaneo scrivere quelle poche righe che hanno anche rassicurato molti concittadini.
I sindaci hanno dovuto fare un lavoro di raccordo anche con le altre istituzioni.
Ripenso alla prima volta che siamo stati coinvolti: era ancora una domenica di febbraio, ci era stata consegnata una lettera dai carabinieri, con i nominativi di chi era già stato messo in quarantena o era positivo; nei giorni seguenti via via siamo passati a comunicazioni alla pec personale del sindaco e infine al portale di Ats. Da subito si è chiesto ai sindaci di contattare telefonicamente queste persone per capire se avevano bisogno di qualunque forma di aiuto. C’è stata una vera e propria presa in carico di queste situazioni, ma la parte psicologicamente più pesante è giunta con i primi ricoveri, e quando non pervenivano notizie certe sullo stato di salute. Nella fase più acuta il mantenere i contatti con le famiglie delle persone malate mi ha molto coinvolto dal punto di vista umano. Mi rimarrà a lungo questo ricordo. Ripenso a qualche telefonata, il coinvolgimento era tale da farti mancare le parole e al termine avevi bisogno di farti un pianto per i fatti tuoi. Grazie a Dio da noi i numeri sono stati contenuti, con 22 positivi e putroppo 5 decessi di cui 3 di persone ricoverati in case di riposo. La fase acuta è stata sicuramente pesante, ma riguardando indietro spero che quelle telefonate, quell’essere presenti, vicini in qualche modo, siano stati di aiuto alle famiglie. Abbiamo attivato la protezione civile per le prime necessità e la polizia locale per la verifica domiciliare delle persone in quarantena. Quando siamo passati al portale di ATS la situazione era più organizzata, anche se i dati non erano sempre aggiornati tanto che a volte i riscontri arrivavano prima dai medici di base che hanno svolto un lavoro prezioso. È stato un lavoro di squadra, perché penso che una situazione del genere non si possa gestire in autonomia, visto che i soggetti coinvolti sono tanti e non è il caso di fare i primi della classe, ma di tirare su le maniche e lavorare per venirne fuori insieme, umanamente.
Questo aspetto legato all’umanità emerge anche negli atti. Spesso parli più di comunità che di paese o di amministrazione. È un dettaglio che ci ha colpito.
L’ho sempre chiamata comunità perché sono certo che lo sia. Con i mille difetti che ha Cerro al Lambro, è una comunità che sa esprimere un tessuto di volontariato eccezionale, con gente che si mette a disposizione nelle associazioni. Però noi abbiamo scavalcato un po’ anche l’idea di volontariato rispetto alle associazioni, perché quando il Comune ha chiesto direttamente una mano per fare alcune cose, la gente non si è rintanata dietro il concetto “paghiamo le tasse quindi sono fatti tuoi” come spesso si sente dire. Abbiamo infatti realizzato tanti progetti: bicibus, pedibus, servizi di accompagnamento agli anziani, tutti con volontari che si sono messi a disposizione, sapendo che lo facevano per il Comune e ovviamente, tramite il Comune, per i concittadini che potevano beneficiare di quei nuovi servizi. Spero che sia stato anche merito del lavoro che abbiamo fatto in questi anni. Se provi a far passare l’idea che apparteniamo tutti a questa comunità, poi magari non raccoglierai frutti abbondantissimi ma, come dimostra la nostra situazione, un buon raccolto lo puoi portare a casa. Secondo me su questo un po’ di lavoro c’è stato. Ed è stato così anche con la raccolta fondi, vi assicuro che tanti hanno risposto con generosità. Abbiamo lanciato l’idea delle magliette di Cerro al Lambro per supportare l’ospedale di Vizzolo, e in un attimo ne abbiamo vendute quasi 280. Secondo me, sono piccole cose, ma lasciano intendere che c’è quella sensibilità e quella generosità della gente che si sente parte di una comunità e risponde.
Quanto conta l’ascolto, per un amministratore, che, sembra di capire, almeno da quello che dici, abbia un particolare valore?
Ovviamente conta tanto, anche se a volte è faticoso.
È onesto ammetterlo.
Ci mancherebbe altro, anche perché sono abituato a rispondere puntualmente. Mi dedico un giorno alla settimana a ricevere i cittadini, c’è la mail, ci sono gli uffici a disposizione, tutti i canali istituzionali che la gente deve imparare a usare. Sono fatto così: non ho mai negato un appuntamento a nessuno. Dico sempre che ormai il mio numero di cellulare è più la gente che ce l’ha di quella che non ce l’ha. È faticoso, ma ti obbliga in qualche modo a sentire la necessità di avere quel confronto con chi ha il polso della situazione, se no entri in un vortice di problemi che ti fanno perdere il controllo della situazione. Non è sempre facile, ma lo dico sempre: in questi dieci anni sono venute anche persone a chiedermi di togliere loro la multa, e non ne ho mai tolta una. Non so, forse per la mia pacatezza, credo, ma nessuno è uscito alterato, perché la mia mezz’ora o la mia ora a chi pensava di non dover pagare la multa, io comunque l’ho dedicata ribadendo il fatto che le norme sono quelle e vanno rispettate, che ci sono le possibilità di fare ricorso, ma non può passare l’idea che uno va dal sindaco e a seconda della sua interpretazione si fa togliere la multa. È un po’ quello, credo, che ho cercato di trasmettere: che non c’è Superman a fare il sindaco, che non c’è qualcuno di altezzoso che è sicuro di quello che sta facendo, ma c’è uno che ha messo a disposizione tempo e risorse per la comunità, magari sbagliando anche. Per questo raccomando sempre anche ai giovani di impegnarsi per ritrovarsi da questa parte della scrivania.
I ricordi sono tanti perché sono arrivato alla fine del secondo mandato, con un totale di vent’anni di amministrazione. Al di là dei tanti aspetti umani, della gente che è venuta a bussare alla porta e che abbiamo aiutato, penso che la cosa che mi ha lasciato veramente soddisfatto sia stata l’inaugurazione della nuova scuola primaria. Quel giorno vedendo tutte le famiglie davanti alla nuova scuola, a cui abbiamo dedicato anima e corpo, perché non ti arriva niente d’ufficio, è stato uno di quei giorni in cui trovi la risposta alla domanda “ma chi te l’ha fatto fare?”.