venerdì 29 gennaio 2021

Vizzolibri (speciale): Iliza Ugliano

“I diari del Ghetto di Varsavia” di Nöemi Szac-Wajnkranc e  Leon Weliczker (Res Gestae)  è parte del mio “percorso” di studi sulla Shoah, un approfondimento fatto di letture, documentari, film, e viaggi tesi a rispondere a domande, molte delle quali restano senza risposta. Il libro offre uno scorcio sulla vita prima dei campi di concentramento: in quel periodo gli ebrei vennero ghettizzati (e defraudati di tutti i loro averi, materiali e immateriali) e leggendolo ci si accorge che gli abitanti del ghetto altro non sono che gente come noi, con le stesse abitudini, gli stessi vizi, umori e sentimenti. Particolarmente bella è la parte si narra della voglia di tornare a ballare ascoltando musica dal vivo, così da poter riavere quella normalità che viene chiamata vita. L’autrice, che ha resistito nel ghetto di Varsavia, verrà poi deportata e morirà nei campi nel 1945. Ci dobbiamo abituare all’idea che, purtroppo, i pochi sopravvissuti stanno per concludere il loro viaggio su questa terra. La loro eredità è ormai nelle nostre mani, e a noi spetta il compito di tramandarla a futura memoria in tutti i modi immaginabili. Sami Modiano, testimone della Shoah, ha infatti detto: “Non voglio che altri ragazzi vedano quello che hanno visto i miei occhi. Non ci sono parole per descriverlo. Io faccio testimonianza perché vedo un riscontro positivo nei ragazzi. Loro sono la speranza”. La mostra Giornata della Memoria è stata pensata e voluta per poter offrire, per quanto piccolo possa essere stato, un briciolo di eredità, per non dimenticare, per non far ripetere la storia.

martedì 26 gennaio 2021

Giorno della memoria: avviso ai naviganti


La mostra di Iliza Ugliano è un viaggio per immagini nella memoria dei campi di Auschwitz e Birkenau. Il racconto di un'esperienza toccante avviene attraverso le fotografie, così come sono state scattate, senza alcuna modifica aggiuntiva, numerate da 1 a 153, e un racconto per didascalie, disposte lungo le foto 001, 007, 014, 027, 043, 053, 054, 063, 090, 096, 102, 106, 129, 131, 136, 148, 151. Per visitarla è sufficiente andare sulle pagine facebook e instagram di Vizzolo al futuro. L'accesso, libero e gratuito, è possibile anche dai bottoni nella barra a fianco.

sabato 23 gennaio 2021

Pubblicità progresso...

Abbiamo voluto condividere la mostra di Iliza Ugliano per il “Giorno della memoria” anche en plein air perché riteniamo che l’esercizio del ricordo non debba avere limiti e continui a essere una componente fondamentale della nostra identità, e per rinnovare l’invito a visitare l’emozionante sequenza fotografica, che sarà disponibile sui nostri canali digitali da mercoledì 27 gennaio.

giovedì 21 gennaio 2021

Vizzolibri: Marina Rossi

La scelta per Vizzolibri di Marina Rossi, studentessa, è un altro passo verso il Giorno della Memoria, e la mostra di Iliza Ugliano. “Le donne sono maglie, se una si perde, si perdono tutte” dice Giuliana Tedeschi. Questa frase riassume in poche parole l’essenza del libro Come una rana d’inverno di Daniela Padoan (Bompiani): l’autrice riporta le esperienze delle testimoni Liliana Segre, Goti Bauer e Giuliana Tedeschi all’interno del lager e al loro ritorno. Sono esperienze profondamente diverse, vissute ad età e con maturità decisamente differenti, ma tutte riportano alcuni tratti distintivi della vita nel lager femminile: la solidarietà tra prigioniere che ha permesso a molte di tornare e la comprensione e l’astensione dal giudizio nei confronti delle prigioniere che, per sopravvivere, hanno dovuto perdere la loro umanità.

giovedì 14 gennaio 2021

Iliza Ugliano: Giorno della Memoria


Frutto di una visita ai campi di Auschwitz e Birkenau nel novembre 2013, la mostra fotografica di Iliza Ugliano, Giorno della memoria sarà disponibile sui canali digitali di Vizzolo al futuro (facebook, blogger, instagram) a partire dal 27 gennaio. Si tratta di più di centocinquanta fotografie che illustrano in tutti i dettagli l’esperienza di quel viaggio, dall’iniziale impressione di essere giunti in una piccola, placida cittadina industriale del diciannovesimo secolo alla cupa realtà di fronte ai luoghi e agli strumenti di morte: le camere a gas, il filo spinato elettrificato, le mura dove uomini e donne venivano fucilati. La sensazione di desolazione, rabbia, orrore, vuoto e perplessità diventa ancora più forte davanti e dentro le baracche: spoglie, fredde, con i giacigli che sono delle assi di legno e sembra quasi un miracolo che stiano ancora in piedi. Ancora di più vedendo i poveri averi strappati ai prigionieri solo negli ultimi giorni del campo: lì ci si accorge che ogni oggetto conservato in quelle teche è una vita spezzata dalla follia umana. Ed è lì che si ricordano le parole di Primo Levi in Se questo è un uomo: “Noi abbiamo viaggiato fin qui nei vagoni piombati; noi abbiamo visto partire verso il niente le nostre donne e i nostri bambini; noi fatti schiavi abbiamo marciato cento volte avanti e indietro alla fatica muta, spenti nell’anima prima che dalla morte anonima”. Usando le possibilità offerte dalla rete, la mostra di Iliza Ugliano ci ricorda che è tutto vero, e vederlo dal vivo, sentire il milione e più di vite spezzate che sono passate lì dentro, pensare a quello che è stato ed al perché è stato, è totalmente disarmante, ma è indispensabile e irrinunciabile. L’accesso alla mostra di Iliza Ugliano per il Giorno della memoria è libero, gratuito e senza limiti. 

lunedì 11 gennaio 2021

Vizzolibri: Silvana Corradi


Per Vizzolibri, Silvana Corradi, sognatrice, sceglie 22/11/’63 di Stephen King (Sperling & Kupfer), uno straordinario e avvincente viaggio nel tempo che ci permette di riflettere sullo scorrere degli anni e sul senso della memoria perché come direbbe Bruce Springsteen “è buffo, il passato. Tiene unita la nostra esistenza, i nostri ricordi e le nostre esperienze, ma è anche qualcosa che ci può ostacolare impedendoci di scoprire quanto di nuovo c’è nella vita”. 

giovedì 7 gennaio 2021

Vizzolibri: Fabio Rossi

Fabio Rossi, perito chimico industriale, prestato all'informatica per passione e curiosità, provetto birraio, ha scelto per Vizzolibri Il segreto di Piazza Fontana di Paolo Cucchiarelli (Ponte alle Grazie) per “documentarmi e scoprire gli scenari tumultuosi che alla fine degli anni Sessanta, quando sono nato, hanno sancito la fine della ricostruzione del dopoguerra e del periodo di crescita del benessere sociale, e hanno portato alla conseguente crisi della democrazia che si è protratta fino almeno alla fine degli anni Settanta”.

martedì 5 gennaio 2021

L'anno che verrà...


L’augurio più bello ce l’ha mandato Rachele Denti, studentessa, 12 anni, con questo disegno a cui vogliamo aggiungere soltanto il commento di Claudio Magris, che si sembra sempre molto pertinente: “Pure l’educazione in senso stretto, peraltro, è efficace solo se non predica, bensì mostra e fa sentire i valori. I miei genitori non mi hanno mai detto che non bisogna essere razzisti, ma non mi hanno mai nemmeno detto che non si pranza al gabinetto; semplicemente, il loro modo di vivere, lavorare, divertirsi rendeva impensabile che si potesse essere razzisti o mangiare gli spaghetti nella toilette. Se avessero dovuto dirmelo esplicitamente, sarebbe forse già stato troppo tardi”.

sabato 2 gennaio 2021

Vizzolibri: Matteo Mozzi e Vittorio Pavesi

Vizzolibri è felice di presentare Lo smartworker e i muffin, il manuale semiserio di sopravvivenza allo smartworking scritto dal vizzolese Vittorio Pavesi con Matteo Mozzi. Le nuove modalità lavorative introdotte dalla pandemia sono raccontate, mettendo in primo piano l'attenzione all’aspetto umano e lo stile è volutamente leggero e ironico proprio perché lo scopo è quello di aiutare a vedere il lato positivo dello smartworking e affrontare al meglio il cambiamento in corso, e così Matteo Mozzi e Vittorio Pavesi hanno voluto narrare le avventure e gli imprevisti di una persona comune che si trova proiettata in questa nuova realtà raccontando le proprie esperienze personali e quelle di amici e colleghi. Il libro si trova qui: https://www.amazon.it/dp/B088ZTR37K.

venerdì 1 gennaio 2021

Il vizzolese

Le stoppie che spuntano dalla neve ci ricordano inevitabilmente quando da ragazzi entravamo nei campi a spigolare: raccoglievamo le pannocchie sfuggite alle mietitrebbie, per poi sgranarle una alla volta e vendere a peso il granoturco, giusto per ricavarne qualche migliaia di lire. Gli anziani stendevano poi i chicchi e li facevano essicare al sole per tutta l’estate, setacciandoli con il rastrello più e più volte, finché non diventavano duri e asciutti come piccole pietre. Tutto intorno alle case di Vizzolo fiorivano lunghe distese giallognole, che venivano custodite con cura, mentre noi investivamo i guadagni nelle riparazioni delle nostre biciclette o in un pallone nuovo. Non era molto, ma, prima che arrivasse l’inverno, avevamo già imparato a cavarcela soli.