sabato 25 gennaio 2020

Lettere al neon


Vizzolo al futuro in collaborazione con Sciopero Records e con il patrocinio del comune di Vizzolo Predabissi presenta il disco di Emanuele De Francesco Lettere al neon, sabato 15 febbraio, a partire dalle ore 17 presso l’auditorium comunale di Vizzolo Predabissi, via Verdi 9, ingresso libero e gratuito. Per Emanuele De Francesco (Milano, 1971) la musica e l’arte sono sempre state componenti irrinunciabili della sua vita fin da quando, negli anni del liceo, suonava (il basso o la batteria) nei gruppi giovanili. Alla tradizionale trafila di concerti, locali, concorsi, collaborazioni, e sempre con una visione molto ampia e determinata della musica, affianca lo studio del pianoforte e della letteratura, a cui si dedica, nel 2004, con un volume di poesie e testi. È così che la convergenza verso il cantautorato, sia italiano che internazionale, diventa, passo dopo passo, l’elemento determinante della carriera solista di Emanuele De Francesco. L’esperienza maturata sul campo con concerti e collaborazioni assieme a Audiorama, Yuri Beretta, Zibba e Lele Battista, lo porta a maturare la convinzione necessaria alla produzione del suo primo album, In quieta mente, uscito nel gennaio 2011. Avvalendosi di un team di musicisti eccellenti (oltre a Lele Battista, Giorgio Mastrocola, Luca Scansani, Andrea Morsero), Emanuele De Francesco riesce a far emergere tutte le qualità delle sue canzoni, con un piglio visionario e introspettivo nello stesso tempo. Tra le altre, L’aquilone verrà giudicata dalla critica “una delle più belle canzoni italiane degli ultimi anni”, ma non è l’unico riscontro altisonante ricevuto da In quieta mente: il suo esordio riceve un responso unanime e spinge Emanuele De Francesco verso anni di intensa attività, sia dal vivo, sia in studio, dove continua la sua ricerca musicale. Torna a studiare teoria e solfeggio, si dedica anche alla didattica e nel 2015, pubblica Risveglio del piccolo fauno nella tempesta, il suo primo brano di musica classica. Ma l’urgenza della scrittura si fa impellente e nel 2017 Emanuele De Francesco torna nello studio di Lele Battista e con la collaborazione del vizzolese Evasio Muraro porta a termine il suo secondo disco, Lettere al neon, pubblicato il 24 maggio 2019 da Sciopero Records/Self distribuzione. Nel proporre in concerto le canzoni di Lettere al neon, un disco dalle forti suggestioni notturne, con una poetica semplice ed elegante nello stesso tempo, Emanuele De Francesco si attiene alla costruzione raffinata delle canzoni, ma le interpreta in una versione ancora più scarna e diretta. Le atmosfere, assicurate dalle chitarre acustiche, dalle tastiere, da un intelligente utilizzo di loop elettronici e da poco altro, restano affascinanti perché rispettano l’equilibrio innato di Lettere al neon tra il pop e la canzone d’autore e danno la possibilità a Emanuele De Francesco di esporsi con naturalezza, raccontando storie e possibili significati di ogni singola canzone. Ad accompagnarlo, in veste di chitarrista e corista, c’è Evasio Muraro che, insieme a Lele Battista, ha prodotto Lettere al neon, un’ulteriore garanzia per la riuscita, anche dal vivo, di uno dei migliori album italiani dello scorso anno. 

giovedì 23 gennaio 2020

Un buco nell'acqua.


A proposito della cava di prestito, su cui abbiamo letto un po’ di tutto, vorremmo dire che non c’è bisogno di biologi, agronomi e ingegneri ambientali se si vuol seguire una logica coerente. Partiamo da una scansione temporale. Quello che c’era prima, e quello che c’è adesso. Quello che c’era prima era una cosa, quello che è venuto dopo un’altra. Prima c’era il nostro territorio, adesso c’è qualcosa che non è più nostro. Prima c’era un paesaggio agricolo, che bello o brutto che fosse, era il nostro. Ora c’è una cava di prestito che è un buco nella terra pieno di acqua. Opera dell’uomo. Artificiale, e almeno lasciamo stare la natura dopo che l’abbiamo massacrata. L’idea che la cava di prestito sia un rimedio o persino un dono è un puro e semplice miraggio. Nella sua realtà, per Vizzolo, allo stato attuale, è un danno ambientale e tale va considerato in termini di eventuali compensazioni, mitigazioni e ristorazioni. E detto chiaramente: non si regala un danno ambientale. L’ecologia senza un’opportuna visione politica è solo giardinaggio e dato che già i contribuenti stanno pagando e pagheranno il prezzo degli esperimenti istituzionali dell’unione, della fusione e infine della liquidazione dell’unione, vorremo evitare che altre risorse pubbliche vengano dilapidate in costosi diversivi ambientali, quando il nostro territorio è costantemente minacciato in tutte le direzioni. Certo, qualcosa andrà fatto, ma è necessario partire dalla conoscenza del paesaggio e dell’identità, prima di fantasticare e assumersi responsabilità che non esistono in natura. In questo momento riteniamo fuorviante parlare di oasi, o di qualsiasi altra soluzione, se non si ha almeno un minima idea di cosa significhi e di quali fondi e impieghi necessiti. Vorremmo che le istituzioni e le amministrazioni competenti siano più scrupolose nel definire le priorità economiche del nostro paese, che per noi restano sempre i servizi essenziali, a partire dal diritto allo studio, che è il primo, indispensabile stadio dove creare le basi necessaria a una cultura del rispetto e della consapevolezza del territorio in cui viviamo.