venerdì 31 luglio 2020

L'Unione non fa la forza


E adesso abbiamo la certezza che il naufragio dell’Unione sarà senza fine. Ben consigliati dalla sindaca in consiglio comunale, ci siamo rivolti al responsabile della liquidazione e nella corrispondenza (con in copia la sindaca, perché abbiamo fatto tutto correttamente) ci ha confermato che la conclusione della liquidazione dell’Unione è rinviata a data da destinarsi per via di una pendenza giudiziaria in corso. Secondo noi, le pendenze sono due, ma è del tutto relativo: ne basta una perché l’ente, ovvero l’Unione, non possa essere definitivamente chiusa, e così sia. Però al momento, tra trasferimenti, volture dei contratti e varie ed eventuali, la liquidazione dell’Unione è costata 814.331,28 euro. Forse sarà qualcosa in più, o qualcosa in meno, ma anche questo ormai è relativo. Quello che è sicuro è che a Vizzolo dell’Unione non resterà nulla, nemmeno un rimpianto, eppure, grazie alle straordinarie capacità degli amministratori passati e presenti, e nonostante ottocentomila euro, non riusciamo nemmeno a dirgli addio.

giovedì 30 luglio 2020

Ex cava di prestito: il comunicato delle opposizioni



Con l’approvazione, da parte della maggioranza, della proposta di acquisizione dell’ex cava di prestito, si consuma l’ennesimo pasticcio dell’attuale amministrazione di Vizzolo Predabissi. Un atto così importante, e gravoso dal punto di vista economico, è stato portato in consiglio comunale sulla base di informazioni risibili e interlocutorie, rimandando a successive deliberazioni della giunta, dello stesso consiglio e persino degli uffici comunali, l’attuazione della proposta. Tutto nella più totale assenza di progettualità rispetto al destino dell’ex cava di prestito, il cui futuro rimane comunque misterioso e precluso non soltanto ai consiglieri, ma anche a tutti i cittadini a cui è stata tolta la possibilità di partecipare a un processo decisionale che comporta un peso enorme per tutta Vizzolo. È il motivo per cui l'intera l’opposizione, unita, si è espressa in modo contrario alla proposta dell’amministrazione e si sente immediatamente coinvolta nell’esprimere ai tutta la cittadinanza la propria preoccupazione per i possibili sviluppi legati all’acquisizione dell’ex cava di prestito. (Daniele Finotti, Carlo Galmozzi, Enrico Gatti, Serafina Oca)

Una cambiale in bianco


Condividiamo la dichiarazione del nostro consigliere, Enrico Gatti: La proposta di acquisizione dell’ex cava di prestito votata in consiglio comunale ieri sera, è una cambiale in bianco. Non entro nel merito dell’opportunità dell’opzione in sé, su cui Vizzolo al futuro esprimerà presto una proposta legislativa e progettuale da condividere con tutti i cittadini. Ribadisco le mie obiezioni all’atto, inconsistente dal punto di vista giuridico e culturale. Intanto, quello che viene acquisito è un danno ambientale e, non lo dico io, ma la stessa amministrazione che nel DUP richiamato dalla proposta, parla persino di “danno irreversibile”. Lo dice la legge 14/1998 che infatti vincola i risultati economici dell’attività estrattiva al ripristino del danno ambientale. Per cui, allo stato attuale, è fuorviante parlare di “valore aggiunto” o, peggio ancora, di oasi, soprattuto perché per oasi si intende zona protetta e le leggi sulle zone protette (comprese le direttive UE) escludono a priori aree di origine artificiale. Ma, più di tutto, la proposta avanzata dall’amministrazione manca di una definizione giuridica, che è sempre indispensabile quando si acquisisce un bene immobile. Non lo dico io, lo dice il diritto del governo del territorio, e infatti, a precisa domanda della segretaria comunale, ho risposto che era necessario indicare se l’acquisizione fosse destinata a un uso pubblico, privato o collettivo. Nessuno (ripeto: nessuno) ha saputo rispondermi. Quindi, davanti alla proposta di 1) acquisire un danno ambientale e 2) di acquisirlo senza definizione giuridica, mi sono rifiutato di votarla e ho chiesto di aprire un confronto con tutti i cittadini. È una cambiale in bianco. Non ne ho mai firmata una in vita mia, non lo farò certo per un buco nell’acqua.

lunedì 20 luglio 2020

Intervista a Roberto Ghizzoni


La preparazione della luce, la tua mostra fotografica ha raccolto un sacco di complimenti e di attenzioni. Ci è piaciuta anche l’idea di non essere né un professionista né un dilettante. Come ti vedi, allora, come fotografo?

Io mi considero un hobbysta. Pratico alcuni hobby tra i quali la pesca sportiva in corrente, il trekking, le escursioni in bicicletta, tanto per rimanere attivo, per cui mi ritaglio dello spazio-tempo anche per effettuare qualche scatto fotografico che mi permette di rimanere in contatto con la natura e tutto quello che mi circonda.

Hai voluto dividere le fotografie in sezioni ben precise (paesaggi, Vizzolo, esseri viventi e particolari condizioni di luce). Sono questi i campi che ti interessano come fotografo? Ce ne sono altri?

Non sono dedito a una particolare categoria di immagini. Mi piace stare a contatto della natura e fruttare la combinazione del chiaro-scuro nei ritratti in primo piano di persone a me vicine o sconosciute, sempre con il loro assenso.

Si nota una particolare sensibilità nel cogliere l’attimo: il movimento del contadino, il volo dei cigni, la lepre nascosta nel cavo di un tronco. Come ti prepari? Cosa ti aspetti prima di scattare una fotografia?

Certe volte va a fortuna, altre mi apposto per cercare di immortalare al meglio il soggetto, in questo caso ho l’ausilio del cavalletto e la scelta dell’obbiettivo da installare sul corpo macchina, non disdegno l’uso di qualche filtro da installare all’obbiettivo. Voglio precisare che non effettuo, come si dice in gergo, la “post produzione” ovvero non effettuo alcuna correzione agli scatti effettuati, non ho neanche un programma ad hoc.

Alcune immagini, la chiesa, la cascina e il lavatoio a Vizzolo o il ponte sulla Muzza sono deformate, ma in un certo senso riescono a dare un’idea ancora più affascinante dello spazio e delle forme. Da cosa deriva quest’idea?

Quelle immagini sono state scattate con utilizzando un obbiettivo da “8 millimetri”, definito “grandangolo” anche se quello usato è un poco spinto; la caratteristica di questo obbiettivo e di “distorcere” il soggetto man mano che l’immagine diventa periferica rispetto al centro. Così facendo si può fotografare un soggetto di grosse dimensioni anche se non c’è spazio a sufficienza per allontanarsi dal medesimo o lo si può utilizzare a scopi “artistici” come ho fatto, per esempio, con il ponte pedonale sulla Muzza a Mulazzano.

Vizzolo sembra essere un soggetto molto interessante per i fotografi, ma solitamente per chi abita in un luogo è difficile trovare qualcosa di straordinario. Tu invece sei riuscito a fermare dei dettagli molto singolari. Cosa ci trovi di particolare in Vizzolo?

Come mi sono già espresso, presentando i miei scatti, non è il luogo dove ti trovi ma accorgersi di quello che ti circonda, bisogna essere curiosi. Oggi si vive una realtà apatica e fatta di indifferenza e ciò condiziona il nostro modo di vedere e confrontarsi con gli altri, a me la fotografia fa scoprire realtà che magari in altro modo non noterei. Vizzolo ha degli scorci stupendi, occorre notarli e poi memorizzarli.

Ci sono anche alcuni ritratti, che rivelano un tocco particolare anche nel trovare la luce sui volti. A chi ti ispiri?

Giocare con il chiaro e lo scuro è un qualcosa che devi provare perché è molto soggettivo. Io ho un concetto della fotografia che cerco di spiegare: quando inquadro un soggetto penso a tre parametri: la luce che in soggetto assorbe; la luce che il soggetto riflette, la luce che viene rifratta cioè quella luce che circonda il soggetto con questi tre parametri cerco di “giocare”. Non mi ispiro a qualcuno in particolare però mi piacciono i dipinti di Caravaggio e Tintoretto dove l’esplosione della luce appare ancora più evidente dal nero che circonda il soggetto, certamente non mi voglio paragonare a loro, non oserei mai.

Come fotografo, né dilettante, né professionista, c’è un sogno che vorresti realizzare?

Come tutti gli hobbysti trovo gratificante quello che faccio, anche perché mi piace, ma se a mostrare i miei scatti ottengo dei consensi beh mi crogiolo nel mio brodo. Sapere che a qualcuno piace quello che stai facendo è sempre “buona cosa” come si suol dire, ma che ben vengano anche le critiche perché è da quelle che si traggono spunti per potersi migliorare.

venerdì 17 luglio 2020

Lo stato dell'unione


Abbiamo appurato che, nell’arco del primo semestre di quest’anno, all’Unione sono già state trasferite risorse per 640.170,25 euro. In consiglio comunale, ci è stato ripetuto più volte che si tratta di atti dovuti e non abbiamo motivo di credere diversamente, ma, allo stato attuale, l’Unione, nonostante sia inattiva dal 31 dicembre 2019 e in liquidazione (a oggi, non ancora conclusa) si rivela l’investimento più importante e la priorità assoluta di questa amministrazione. Bisognerà farsene una ragione.

martedì 14 luglio 2020

Il ritorno dei Settore Out


Con i membri di Settore Out, storica rock’n’roll band vizzolese che ha esordito nel lontano 1985 abbiamo un legame di amicizia e di stima profondo e reciproco che ci ha portato a condividere, in tempi recenti, idee e progetti prossimi futuri. Siamo quindi particolarmente felici di sapere che il loro nuovo album, fANTASMI, è stato accolto con favore dalla critica, dal pubblico e dai fans, a cui ci aggiungiamo senza esitazioni, condividendo il video di Se, una canzone che uno tra i i più importanti reporter musicali italiani, Mauro Zambellini, ha definito “perfetta sia nel suono delle chitarre sia negli arrangiamenti”. Un bel biglietto da visita per un disco, fANTASMI, che merita di essere scoperto per intero, insieme ai Settore Out.

martedì 7 luglio 2020

Roberto Ghizzoni: La partecipazione della luce






 

Dopo il successo di Uno sguardo sul mondo, la mostra fotografica di Lorenzo Sirtoli, è la volta di un altro bravissimo fotografico vizzolese, Roberto Ghizzoni, un fotografo per passione “né professionista, né dilettante”, come si definisce lui stesso, che riversa nei suoi scatti una sensibilità particolare per la luce e per i dettagli. Un’attitudine che Roberto Ghizzoni spiega in prima persona così: “Effettuo scatti fotografici dall’età di vent’anni, quando ancora si usavano la pellicola a rullino. Per me, effettuare uno scatto fotografico vuol dire guardarsi attorno, nel senso di vedere ed osservare. Effettuare uno scatto fotografico può, anzi manifesta il tuo stato d’animo: quante volte sono passato davanti ad un soggetto che non mi ha colpito, ma poi, poco tempo dopo l’ho fotografato, perché in quell’attimo il mio stato interiore era cambiato”. Lo si vede nei tagli di luce che circondano le sue immagini, sia che si tratti di paesaggi che di volti, di esseri viventi o manufatti, a colori o in bianco e nero, come se la partecipazione del fotografo fosse un fatto reale, vitale, come conferma lo stesso Roberto Ghizzoni: “La fotografia mi rende più partecipe nell’osservare di ciò che mi e ci circonda. Di sicuro, mi reso anche più curioso. La fotografia è una forma di comunicazione e come tale va interpretata anche criticata nel contesto del messaggio ma, come dovrebbe essere per tutte le forme di comunicazione, non va osteggiata”. La partecipazione della luce è un ampia panoramica delle visioni e delle prospettive di Roberto Ghizzoni: la mostra fotografica sarà disponibile sui canali di Vizzolo al futuro (blogger, facebook, instagram) a partire dal 10 luglio. Essendo l’iniziativa culturale senza scopo di lucro, l’accesso è libero e gratuito.