Condividiamo la dichiarazione del nostro consigliere, Enrico Gatti: La proposta di acquisizione dell’ex cava di prestito votata in consiglio comunale ieri sera, è una cambiale in bianco. Non entro nel merito dell’opportunità dell’opzione in sé, su cui Vizzolo al futuro esprimerà presto una proposta legislativa e progettuale da condividere con tutti i cittadini. Ribadisco le mie obiezioni all’atto, inconsistente dal punto di vista giuridico e culturale. Intanto, quello che viene acquisito è un danno ambientale e, non lo dico io, ma la stessa amministrazione che nel DUP richiamato dalla proposta, parla persino di “danno irreversibile”. Lo dice la legge 14/1998 che infatti vincola i risultati economici dell’attività estrattiva al ripristino del danno ambientale. Per cui, allo stato attuale, è fuorviante parlare di “valore aggiunto” o, peggio ancora, di oasi, soprattuto perché per oasi si intende zona protetta e le leggi sulle zone protette (comprese le direttive UE) escludono a priori aree di origine artificiale. Ma, più di tutto, la proposta avanzata dall’amministrazione manca di una definizione giuridica, che è sempre indispensabile quando si acquisisce un bene immobile. Non lo dico io, lo dice il diritto del governo del territorio, e infatti, a precisa domanda della segretaria comunale, ho risposto che era necessario indicare se l’acquisizione fosse destinata a un uso pubblico, privato o collettivo. Nessuno (ripeto: nessuno) ha saputo rispondermi. Quindi, davanti alla proposta di 1) acquisire un danno ambientale e 2) di acquisirlo senza definizione giuridica, mi sono rifiutato di votarla e ho chiesto di aprire un confronto con tutti i cittadini. È una cambiale in bianco. Non ne ho mai firmata una in vita mia, non lo farò certo per un buco nell’acqua.
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