venerdì 29 gennaio 2021

Vizzolibri (speciale): Iliza Ugliano

“I diari del Ghetto di Varsavia” di Nöemi Szac-Wajnkranc e  Leon Weliczker (Res Gestae)  è parte del mio “percorso” di studi sulla Shoah, un approfondimento fatto di letture, documentari, film, e viaggi tesi a rispondere a domande, molte delle quali restano senza risposta. Il libro offre uno scorcio sulla vita prima dei campi di concentramento: in quel periodo gli ebrei vennero ghettizzati (e defraudati di tutti i loro averi, materiali e immateriali) e leggendolo ci si accorge che gli abitanti del ghetto altro non sono che gente come noi, con le stesse abitudini, gli stessi vizi, umori e sentimenti. Particolarmente bella è la parte si narra della voglia di tornare a ballare ascoltando musica dal vivo, così da poter riavere quella normalità che viene chiamata vita. L’autrice, che ha resistito nel ghetto di Varsavia, verrà poi deportata e morirà nei campi nel 1945. Ci dobbiamo abituare all’idea che, purtroppo, i pochi sopravvissuti stanno per concludere il loro viaggio su questa terra. La loro eredità è ormai nelle nostre mani, e a noi spetta il compito di tramandarla a futura memoria in tutti i modi immaginabili. Sami Modiano, testimone della Shoah, ha infatti detto: “Non voglio che altri ragazzi vedano quello che hanno visto i miei occhi. Non ci sono parole per descriverlo. Io faccio testimonianza perché vedo un riscontro positivo nei ragazzi. Loro sono la speranza”. La mostra Giornata della Memoria è stata pensata e voluta per poter offrire, per quanto piccolo possa essere stato, un briciolo di eredità, per non dimenticare, per non far ripetere la storia.

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