venerdì 5 marzo 2021

Vizzolibri (speciale): Simone de Beauvoir

“Donna non si nasce, lo si diventa” è forse la frase più celebre del corposo saggio in due volumi che fu considerato a lungo un testo di riferimento fondamentale per il movimento delle donne, che di lì a pochi decenni avrebbe riempito le piazze di tutto il mondo. Quella frase, in effetti, sintetizza con efficacia la tesi principale dell’opera: la cosiddetta “femminilità” non è un destino biologico, quanto piuttosto una costruzione culturale e sociale. La donna non ha più un’identità fissa e immutabile, costituita da un mix di scienza, filosofia e pregiudizio maschile, ma è un soggetto a tutto tondo capace di modificare la propria “natura” attraverso la presa di coscienza di sé. Secondo de Beauvoir, le donne non sono sottomesse per natura, la loro subordinazione è il risultato di una serie di condizionamenti dati dal contesto storico e culturale, nonché dalla loro abitudine ad adeguarvisi. Simone de Beauvoir è la prima ad analizzare in modo sistematico e convincente le ragioni e gli strumenti della costruzione dell’inferiorità femminile nella società e ad affermare l’esistenza di un soggetto femminile. Il secondo sesso scardina la struttura stessa del pensiero filosofico occidentale e il suo preteso universalismo che ha identificato l’uomo come il soggetto neutro e universale, senza considerare che i sessi sono due. Un invito rivolto alle donne, ad agire e a ribellarsi.

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