giovedì 21 novembre 2019

Cronaca di un disastro annunciato


Infine, abbiamo celebrato il tramonto inglorioso di un temerario progetto di ingegneria sociale. Era cominciato con l’idea, presto naufragata, dell’unione dei comuni, spinta e sostenuta dalla rappresentanza politica che ha sponsorizzato l’attuale amministrazione, ma estranea ai bisogni reali del territorio. Al fallimento repentino dell’unione, invece di prenderne serenamente atto, le amministrazioni rimaste, sempre con la medesima rappresentanza politica, si sono tuffate a testa bassa nell’avventura della fusione, senza tenere conto dell’avversità della maggioranza dei cittadini, anticipata con la raccolta di oltre ottocento firme contrarie e poi manifestata in modo incontrovertibile nell’esito del referendum con 1308 no. La frattura, evidente, ha travolto l’amministrazione, con l’arrivo del commissario e le elezioni anticipate. L’uscita dall’unione, ormai inevitabile, arriva in consiglio comunale, buon ultima, dopo essere stata sbandierata in tutti i consessi e sulla stampa, e senza alcuna riflessione sulle responsabilità di un enorme sperpero di risorse pubbliche, perché alla fine tutti gli esperimenti sociali legati all’unione e poi al bizzarro tentativo di fusione sono costati migliaia e migliaia di euro, a danno dei servizi per la collettività. La conclusione non è più procrastinabile e dall’unione alla fusione, adesso, in modo tanto triste quanto plateale, siamo passati alla liquidazione. Non sorprende che, nello stesso momento, il consiglio comunale viene chiamato a votare stanziamenti per chiudere questa barcollante parabola istituzionale, e venga anche chiamato a votare la nomina, costosa, di un liquidatore a cui, come è ben descritto nella documentazione che cortesemente l’amministrazione ha fornito, verranno affidate le scelte strategiche per mettere fine allo sgangherato progetto dell’unione. Certo, il liquidatore è previsto e dovuto per legge, ma non sfugge il fatto che sia, ancora una volta, una figura terza, come se nessuno avesse la dignità di assumersi la responsabilità di un disastro annunciato, che pagheranno, per intero, solo i cittadini.

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