È il 3 di dicembre 2015 quando, sul tour bus della sua band, a Bloomington, Minnesota, viene trovato morto Scott Weiland. Era in viaggio con il suo nuovo gruppo, i Wildabouts e avrebbe dovuto suonare il giorno dopo al Medina Entertainment Center a Medina, Minnesota, proprio nel bel mezzo del nulla. Le cause della morte sono da ricercare in un overdose di tutto e di vita: Scott Weiland, già frontman degli Stone Temple Pilots e poi dei Velvet Revolver, ha lottato per tutta la sua esistenza con demoni e tormenti che sul palco riusciva a trasformare in una personalità magnetica e ipnotica.
Scott Weiland è il più importante dei “guerrieri” che popolano Warriors Grow Up And Die di Luca Milani, che cominciava a emergere giusto un anno fa con il singolo Dirty Hearts, e a cui è dedicata l’accorata corrispondenza di Dear Scott. La canzone è una toccante dedica che, orchestrata per Luca Milani da Fidel Fogaroli e prodotta da Daniele Denti per la vizzolese Fragile Dischi, rappresenta l’apice emotivo e ideale di Warriors Grow Up And Die nel collocare l’inevitabile contrasto tra le intemperanze del rock’n’roll e le stringenti esigenze della vita quotidiana.
Dear Scott è una lettera piena di passione, di amore e di malinconia ed è la prova di maturità che porta Luca Milani a esplorare nuovi termini nella scrittura e nell’interpretazione e meritava una collocazione adeguata, nel corso delle numerose attenzioni ricevute da Warriors Grow Up And Die: esce quindi in formato singolo (digitale) con l’elegante copertina firmata da Giacomo Comincini e anche nel videoclip realizzato con le riprese e la regia di Carlo Lancini.
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